L'indicatore dei consumi rileva la spesa totale dei consumatori per beni e servizi in un determinato periodo di tempo. Questo indicatore viene generalmente rilasciato 3 mesi prima che le statistiche effettive o ufficiali siano rese pubbliche.
CPI è l'acronimo di Consumer Price Index, un indicatore fondamentale che stabilisce il tasso d'inflazione dei prezzi o aumento dei prezzi osservato dai consumatori in merito all'acquisto di beni e servizi. L'indice dei prezzi al consumo è un indicatore d'inflazione puntuale e dettagliato. In genere, si presume che una tendenza al rialzo del CPI avrà un impatto positivo sulla valuta di una nazione. Le banche centrali sono in primo luogo interessate alla stabilità dei prezzi. Se i tassi di inflazione sono in continuo aumento, anche i tassi d'interesse verranno rialzati nel tentativo di calmierare i prezzi. A livello globale, si dice che il rialzo dei tassi d'interesse attiri i flussi di investimenti esteri, che ovviamente, a loro volta, incrementano la domanda e il posizionamente della valuta di quella nazione su scala globale. Il CPI è considerato un indicatore fondamentale e si ritiene che abbia un impatto sul mercato potenzialmente elevato.
Il livello di occupazione misura il totale dei lavoratori, sia a tempo pieno che part-time, che sono stati impiegati nel trimestre precedente. Poiché la spesa dei consumatori è strettamente legata al numero di nuovi posti di lavoro creati, il livello di occupazione viene seguito da vicino sia dagli investitori che dagli economisti consapevoli della sua profonda connessione con il PIL (prodotto interno lordo). Tendenze al rialzo rilevate in questo indicatore implicano un rafforzamento dell'economia.
Il prodotto interno lordo è considerato dalla maggior parte degli analisti l'indicatore più completo ed esaustivo della condizione economica complessiva di un Paese. Misura la somma di tutti i valori di mercato relativi ai beni e servizi finali prodotti in un Paese (a livello nazionale) in un determinato lasso temporale. Una tendenza in aumento osservata nel PIL di un Paese indica ovviamente che la sua economia sta migliorando. Di conseguenza, gli investitori stranieri sono più inclini a cercare opportunità d'investimento nei mercati obbligazionari e azionari di quella nazione. Non è raro osservare aumenti dei tassi di interesse a seguito di incrementi del PIL, con le banche centrali che dimostrano una maggiore fiducia nelle proprie economie in crescita. La combinazione di PIL in aumento e tassi d'interesse potenzialmente più elevati può portare a un incremento della domanda della valuta di quella nazione a livello globale.
L'Istituto svizzero per la ricerca sul ciclo economico (KOF) pubblica questo indicatore mensilmente. Sostanzialmente, il rapporto combina i dati di 25 indicatori principali nell'intento di misurare lo stato di salute generale dell'economia. Alcuni degli indicatori utilizzati considerano i prezzi dei titoli azionari, gli spread dei tassi d'interesse, le attese dei consumatori, la costruzione di case, ecc.
PPI è l'acronimo di Producer Price Index (indice dei prezzi alla produzione), un indicatore fondamentale che stabilisce il tasso d'inflazione o, in altre parole, il tasso di variazione dei prezzi osservato dai produttori che devono acquistare beni e servizi. L'indice dei prezzi alla produzione è considerato un indicatore d'inflazione tempestivo e dettagliato. In genere, si presume che una tendenza al rialzo del PPI avrà un impatto positivo sulla valuta di una nazione. Con i produttori costretti a pagare prezzi più alti per i beni e i servizi di cui necessitano, i rincari dei prezzi non tarderanno a riflettersi sui consumatori finali. In quanto tale, il PPI è considerato un'indicazione dell'inflazione al consumo. Sebbene il potenziale impatto del PPI sul mercato sia ben noto agli analisti, generalmente non si crede che abbia un impatto così ampio come quello del suo stretto 'cugino', l'indice dei prezzi al consumo (CPI), solitamente rilasciato immediatamente dopo il PPI.
Le vendite al dettaglio sono una misura del valore totale degli acquisti dei consumatori retail in un determinato periodo. Poiché gran parte della spesa dei consumatori è contabilizzata in questo indicatore, e dato che tale indicatore, tra tutte le statistiche relative alla spesa dei consumatori, è solitamente il primo a venir rilasciato, gli analisti tendono a monitorarlo da vicino. Le vendite al dettaglio offrono agli investitori una buona panoramica riguardo la spesa dei consumatori, che nelle economie avanzate rappresenta indicativamente la metà del PIL (prodotto interno lordo). In altre parole, i trader analizzano le vendite al dettaglio poiché riflettono la spesa dei consumatori, che, a sua volta, ha un peso rilevante nel calcolo del PIL. Statistiche in rialzo di questo indicatore tendono ad influenzare positivamente le quotazioni della relativa valuta.
SVME è l'acronimo di Schweizerischer Verband fur Materialwirtschaft und Einkauf; PMI ovviamente è l'acronimo di Purchasing Managers Index. Prima della pubblicazione del report, i direttori degli acquisti vengono intervistati in merito alla situazione attuale dei fattori economici rilevanti per la loro posizione, come nuovi ordini, inventario, produzione, occupazione, ecc. Investitori e analisti tendono a tenere d'occhio questo indicatore poiché spesso anticipa (come leading indicator) dati che verranno rilasciati in seguito. Questo perché i responsabili degli acquisti hanno un'ottica previsionale riguardo le prestazioni della loro azienda. Una lettura superiore a 50 di questo indicatore indica un'espansione economica, al contrario un valore inferiore segnala una contrazione.
Il saldo commerciale commisura la quantità di beni e servizi importati con la quantità di beni e servizi esportati di un determinato Paese. Economicamente, è nel migliore interesse di una nazione esportare più beni e servizi di quanti se ne importino. Ovviamente, un saldo commerciale positivo riflette un periodo in cui sono stati esportati più beni e servizi di quanti ne siano stati importati. Un numero maggiore di esportazioni si traduce in un aumento della domanda per la valuta di tale nazione, poiché altri Paesi saranno costretti a cambiare valuta per regolare gli acquisti relativi a quelle stesse esportazioni. Anche il PIL (prodotto interno lordo) è ampiamente influenzato dal saldo commerciale, poiché un aumento della domanda di esportazioni aumenterà il carico di lavoro delle industrie nazionali, aumentando così i livelli di occupazione.
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